Leggere Ghiannis Marìs, il patriarca del romanzo poliziesco greco.

Argomento: Extra
Autore: Dimitri Deliolanes
Pubblicazione: 18 giugno 2023

Il tredicesimo passeggero, Ghiannis Marìs
Traduzione dal greco di Nicola Crocetti
Crocetti Editore, 2021

Nella quarta di copertina il suo più che degno successore Petros Markaris ci informa che Ghiannis Marìs è il patriarca del romanzo poliziesco greco. Una grande verità, a cui va aggiunto che Marìs è probabilmente anche l’ispiratore di Markaris e fondatore di una scuola del giallo ellenico apprezzata in Italia e non solo.

Il poliziesco è un genere molto diffuso in Grecia già prima della Seconda guerra mondiale, ma si è trattato all’epoca quasi sempre di opere straniere, e di alcuni sporadici e fiascosi tentativi di giornalisti greci di lanciare opere proprie, frutto di spudorate e brutte copiature di storie già apparse su riviste americane o direttamente di opere dello stesso Conan Doyle.

Nel 1933 appare a puntate su un quotidiano ateniese, a pochi giorni dall’attentato a Creta contro l’ex premier liberale, Sherlock Holmes salva Eleftherios Venizelos, un infelice tentativo di legare l’avventura poliziesca alla tumultuosa attualità politica.

È stato molto più tardi, nel complicato dopoguerra greco che il romanzo poliziesco ha cominciato ad assumere la sua forma attuale del genere letterario di evasione. La Grecia usciva dalla Seconda guerra mondiale dilaniata da una feroce guerra civile, di cui se ne pagano tuttora le conseguenze. Dopo tante stragi, tante ingiustizie e tanto sangue versato, non era facile proporre al pubblico storie all’americana che grondano di avventura e di violenza. Era indispensabile adattare il genere alla nuova situazione del paese.

Marìs ha fatto la differenza. Ispirandosi al Maigret di Simenon ha inventato il commissario Bekas e l’alter ego dello scrittore, il giornalista Makrìs che tampona, consiglia e talvolta guida il commissario alla soluzione del caso. Sfruttando le sue abilità di acuto e scrupoloso cronista, meglio noto con il suo vero nome, Ghiannis Tsirimokos, ha adattato le sue storie alla realtà greca del dopoguerra, complessivamente quaranta libri senza contare quelle non firmate, meritando il titolo di patriarca. Negli anni dal 1950 al 1960 in cui scriveva e pubblicava, la criminalità in Grecia era praticamente inesistente. Qualche delitto d’onore – punito con molte attenuanti, qualche abigeato nelle campagne – punito molto severamente, e qualche furto di portafogli in autobus – di solito impunito. La polizia si occupava più che altro di controllare e reprimere gli sconfitti della guerra civile: la sinistra e il centro parlamentare, i loro elettori e sostenitori erano sistematicamente schedati e intimoriti. Leggere un romanzo ben scritto in cui la polizia fa il suo lavoro e punisce i cattivi, come se la Grecia fosse veramente una democrazia europea, era una grande consolazione per il cittadino che non osava aprire bocca per il timore del delatore affianco. Il lettore greco viveva in una situazione di pesante privazione economica e apprezzava la neanche tanto nascosta critica che Marìs ha sempre fatto alla classe dirigente ateniese, descrivendola come un gruppo di privilegiati egoisti e insulsi, pronti a commettere qualsiasi delitto perché interessati soltanto al denaro.

Il tredicesimo passeggero rientra appieno nella tematica di Marìs. È una storia dei primi anni ‘60 dove il lettore può ammirare l’abilità dello scrittore nel gestire il complicato intreccio e nel dare una conclusione assolutamente imprevedibile alla complessità della storia. Un ricco immigrato greco negli Stati Uniti lascia la sua corposa eredità ai sette uomini che si sono salvati insieme a lui nel naufragio della nave nel 1942, mentre la Grecia già occupata dai paesi dell’Asse fuggiva dall’oppressione e dalla fame. Ma gli ex compagni di naufragio, divenuti fortunati eredi, vengono assassinati uno dopo l’altro. Sul luogo del delitto compare sempre un misterioso uomo vestito di bianco. Non è facile per il commissario Bekas risolvere questo enigma, offre al lettore una trama appassionante e scorrevole fino all’ultima pagina. Limpidissima e accuratissima la traduzione direttamente dal greco di Nicola Crocetti coraggioso editore del libro.