La libreria del buon romanzo

Argomento: Romanzo
Pubblicazione: 10 maggio 2011

Laurence Cossé, Edizioni e/o
Traduzione dal francese di Alberto Bracci Testasecca
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Articolo di Alessandra Zuliani
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La passione per la letteratura è l’anima del romanzo e il nettare dei personaggi creati da Laurence Cossé. Come un demiurgo, l’autrice riesce a plasmare i protagonisti del racconto, che si rivelano pagina dopo pagina, ritrovandosi al centro di un avvincente e sconcertante intrigo. Il perno che muove le trame è la fittizia libreria Al buon romanzo, che sorge a Parigi in rue Dupuytren al n. 9 bis, proprio dove nasceva la storica libreria Shakespeare & Company di Sylvia Beach.

La miccia che accende la trama è l’accostamento buon romanzo, scelto dai librai per contrapporre uno spazio fertile all’aridità commerciale del mercato dei libri. Ecco dunque che in piena stagione di premi letterari il futuro della libreria viene minacciato da una serie di attentati contro i membri di un segreto e autorevole comitato di lettura, a cui viene affidata la scelta dei buoni titoli. I quindici mesi di vita della libreria vengono raccontati dai librai stessi, Ivan e Francesca, al commissario Heffner, appassionato di classici francesi e incaricato a risolvere il caso. Il ritmo che scandisce i capitoli è dunque un continuo alternarsi di presente e passato, di flashback e storie trasversali che prendono corpo intorno alla libreria.

Il lettore si ritrova presto ad aprire le appassionanti scatole cinesi che compongono la struttura della narrazione, attraverso il racconto di un io onniscente presente in qualche modo nei fatti narrati e la cui identità trasparirà soltanto nell’epilogo.

Ivan Georg, Van, è un libraio dal passato oscuro che ha imparato il mestiere ripristinando librerie dormienti in tutta la Francia. Appassionato di letteratura, poesia e neve, è alla ricerca della quiete dei sentimenti nell’illusoria rincorsa della giovane studentessa Anis. Da Méribel giunge a Parigi e si insedia in un appartamento legato a una strana leggenda, che dipinge a tratti su un affresco alla parete: una donna che vuole buttarsi e un poliziotto che la salva, poi i due che volano sopra i tetti, come in un quadro di Chagall.

Francesca è innanzitutto un’accanita lettrice dalle gambe lunghe, che adora camminare tra i boulevard di Parigi, ma anche un’ereditiera di origini italiane con una grande sofferenza alle spalle e la passione per i libri trasmessa dal nonno. Una vena di malinconia si stampa sul suo volto scarno e molte parole non dette restano nelle pagine di un diario che chiude il romanzo.

Van e Francesca si dedicano anima e corpo al progetto della libreria Al buon romanzo, unendo con passione le proprie risorse intellettuali e finanziarie per perseguire un sogno, ovvero la creazione di uno spazio dedicato ai buoni romanzi, in gran parte francesi ma anche tradotti, per combattere il conformismo e la mancanza di curiosità che caratterizzano le comuni librerie. Dietro alle parole e alle citazioni dei protagonisti si delinea con discrezione il profilo di Laurence Cossé, che attraverso di loro vigila sulle sorti della letteratura e dell’editoria. L’auspicio è la diffusione di una rete internazionale di librerie ispirate all’idea e ai principi di Al buon romanzo.

La finzione letteraria si infittisce con l’inserzione intertestuale di lettere tra Van e la sfuggente Anis, messaggi cifrati del comitato segreto, che opera nell’anonimato, post sul forum della libreria, spazio cibernetico embrione della cospirazione, e un sorprendente diario di Francesca. L’ironia raggiunge il climax con i numerosi soprannomi e i nom de plume che caratterizzano i personaggi, che il traduttore restituisce nel paratesto, scegliendo dunque una traduzione orientata al destinatario, arricchita con pennellate di suggestivi e raffinati francesismi.