
ROMANZO
Il corpo umano - The human body
di: Paolo Giordano
/ editore: Mondadori - Pamela Dorman Books
traduttore: Anne Milano Appel - Traduzione dall'italiano all'inglese
pag. 1 Nota del Traduttore - Traduzione dall'italiano in inglese di Anne Milano Appel
The last line in a review of The Human Body in Kirkus sums up Paolo Giordano’s second novel in these words: “Well-observed
and compassionate, this is a memorable look at imperfect people in extreme circumstances.” To me this suggests both an affinity and a counterpoint to The Solitude of Prime
Numbers, Giordano’s first novel that won him the prestigious Premio Strega. Originally trained as a physicist, Giordano is the youngest writer to win Italy’s
impressive literary award, and his first book is said to have sold more than a
million copies worldwide.
In a way both books deal with “imperfect people,” the earlier one in less extreme,
one might even say ordinary, surroundings, The Human Body in a more extreme, severe
setting. The similarity lies in the compassionate eye trained on them. If it’s
true that novels can be plot driven, language driven or character driven, The
Human Body clearly falls into the latter category: one of those narratives where
you encounter unforgettable individuals, haunting figures who linger in your head
long after you’ve finished reading the book. It’s not just that the characters
are substantially drawn, it’s that they’re human, they’re people we know, imperfect,
even damaged, people.
Another reviewer wrote: “The Human Body by Paolo Giordano is a darkly comic novel
inspired by the author’s two ten-day tours in Afghanistan as an embedded journalist
reporting on the most recent Afghani conflict. […The novel] gives a different
perspective to war that is strangely refreshing.” Indeed Giordano sees into his characters with clarity and compassion, yet not
without a certain humor, as he records their foibles and shortcomings, their absurdity
and humanity, registering their craving for affection and their capacity for decency
as well as fear and despair.
One of the affinities between The Solitude of Prime Numbers and The Human Body
relates to the inability of the characters to connect. Despite their best intentions
and their longing for warmth and human companionship, for closeness and camaraderie,
these individuals seem to glance off one another, in a kind of “go away closer”
dance. They approach, then retreat, move towards one another, then rebound, come close
to connecting then ricochet. It is the classic “double bind” in which an individual sends or receives conflicting
messages. The result is a failure of communication and an emotionally distressing
situation in which successful relationships are unlikely. There is a disconnect
which leaves these characters – Senior Corporal-Major Cederna and his girlfriend
Agnese, First Corporal-Major Torsu and Tersicore89, Marshal René and Rosanna Vitale,
Lieutenant Egitto and Irene Sammartino, Corporal-Major Ietri and Corporal-Major
Zampieri – circling in their separate orbits, solitary, detached, isolated.
There is a lot of dialogue in The Human Body, including a lengthy stream-of-consciousness
monologue by Francesco Cederna, which serves to further define the characters,
deepening the reader’s acquaintance with them. The challenge was to turn the soldiers’ words into an English discourse that
would seem to flow naturally from the their mouths and that would express their
personalities. Most of this process was instinctive in that I did not consciously think about
how this or that individual should sound as I was translating. I had formed a
more or less clear idea of what made each of the characters tick and I followed the voices in my
head as I tried to channel them, as it were, into their new language.
In the end The Human Body deftly captures the sense of loss and tenderness, fear
and longing, experienced by its characters and evokes those same feelings in us
as readers.
Anne Milano Appel
©2014 All rights reserved
pag. 2 Nota del Traduttore - articolo di Anne Milano Appel in italiano
L’ultima riga della recensione a Il corpo umano sulla rivista Kirkus, riassume
il secondo romanzo dell'autore: “Controllato e commovente, uno sguardo notevole
su personaggi imperfetti in circostanze estreme.” Trovo che ci sia affinità e
contrapposizione con il primo romanzo La solitudine dei numeri primi, che è valso
a Giordano il prestigioso Premio Strega. Con una formazione da fisico, Giordano
è il più giovane tra i vincitori dell’importante premio letterario,
e il romanzo pare che abbia venduto oltre un milione di copie in tutto
il mondo.
In un certo senso entrambe le storie raccontano di “personaggi imperfetti”, la
seconda
in maniera meno estrema, si potrebbe addirittura parlare di personaggi “ordinari”,
“tranquilli”, dove l’impostazione è più estrema e grave. La somiglianza consiste
nello
sguardo commuovente che viene posto su di loro. Se è vero che i romanzi possono
avere una trama guidata, un linguaggio guidato o personaggi guidati, Il corpo
umano rientra nettamente nell’ultima categoria: una narrazione in cui si incontrano
individui indimenticabili, figure ossessionanti che rimangono in testa anche
dopo avere finito di leggere il libro. Non soltanteo perché si tratta di personaggi
descritti in maniera dettagliata, ma è perché sono umani, sono persone che conosciamo,
imperfette, addirittura persone disturbate.
Un’altra rivista ha scritto: “Il corpo umano di Paolo Giordano è un romanzo cupamente
comico ispirato a due viaggi di dieci giorni in Afghanistan in cui l’autore è
arruolato come reporter sul recente conflitto afgano. (… Il romanzo) offre una
prospettiva diversa alla guerra con un risultato stranamente ristoratore.” Persino
Giordano vede nei suoi personaggi chiarezza e compassione non senza un certo humor,
ne rileva fobie e carenze, assurdità e umanità, accetta la loro brama d’affetto
e la loro capacità di decenza come anche di paura e disperazione.
Una certa affinità tra La solitudine dei numeri primi e Il corpo umano si riferisce
all’incapacità dei personaggi di stabilire un contatto. Nonostante le buone intenzioni
e il bisogno di calore e amicizia, complicità e cameratismo, questi individui
sembrano danzare ciascuno in una sorta di “sparire insieme”. Si approcciano, poi
si ritraggono, girano intorno uno all’altro, ma si sfuggono di nuovo. È il classico
stare tra due fuochi in cui un individuo riceve o invia messaggi contrastanti.
Il risultato è la mancanza di comunicazione e la situazione emotiva dolorosa
in cui le unioni risultano improbabili. C’è una sorta di distanza che fa
girare i personaggi – Cederna e la sua fidanzata Agnese, Torsu e Tersicore89,
René e Rosanna Vitale, Egitto e Irene Sammartino, Ietri e Zampieri – su orbite
separate, solitari, distaccati, isolati.
Nel romanzo Il corpo umano c'è molto dialogo e un interminabile monologo
cosciente di Francesco Cederna che serve a definire i personaggi fino a intensificarne
la vicinanza al lettore. La sfida è stata di rendere il linguaggio dei soldati
in un inglese fluido e naturale, calzante con la loro personalità. La maggiorparte
del processo è stato istintivo e ho continuato a tradurre senza pormi volutamente
il problema su come questo o quell’individuo ne fosse risultato. Avevo un’idea
più o meno chiara sulla resa dei personaggi e ho seguito le voci che mi evocavano
cercando poi di incanalarle, così come erano, nel loro nuovo linguaggio.
Alla fine Il corpo umano cattura abilmente il senso di perdita e di dolcezza, paura
e nostalgia, sperimentato dai protagonisti fino a evocare gli stessi sentimenti
al lettore.
Anne Milano Appel
©2014 All rights reserved
Traduzione di Dori Agrosì
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