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GIALLO
Sanantonio
di: Frédéric Dard
/ editore: Edizioni e/o
traduttore: Traduzione dal francese di Bruno Just Lazzari --- Articolo di Giovanni Maria pedrani
Vorrei scrivere una recensione dei libri del commissario Sanantonio, come se
non fosse uscito dalla penna di Frédéric Dard, autore con all’attivo quasi duecento
romanzi. Solo Simenon, suo contemporaneo e amico, ha potuto eclissare, nel thriller
francese, il successo del suo connazionale.
Desidererei parlare del suo stile ancora così moderno e delle sue avventure così
ricche d’azione, rispetto alla produzione degli autori attuali, fiaccata dalla
volontà di approfondire l’introspezione psicologia a discapito dell’azione, come
se avessi scoperto io stesso questo “giovane scrittore” nei meandri delle bancarelle
di paese.
Invece mi sono trovato tutto fatto! Pagine e pagine che parlano del poliziotto
francese e del suo abile autore!
E allora cancello tutto e vi racconto Sanantonio da zero, come se fossi io a
farvi conoscere per la prima volta questo poliziotto dal fascino magnetico.
Il nostro eroe è un commissario di Parigi, ma è anche un agente segreto. Un astuto
e agile detective assoldato dall’Intelligence sin dalla sua prima missione per
sgominare i piani dei nazisti. E poi la saga prosegue con indagini di ogni genere,
che vanno dal poliziesco tradizionale allo spionaggio più incalzante. Il tutto
con la complicità di due macchiette: gli ispettori César Pinaud e Alexandre-Benoît
Bérurier e la massiccia moglie di quest’ultimo.
Delle storie di Dard colpiscono subito due cose.
Le vicende sono avvincenti. Anche laddove non ci sono disegni complessi, la trama
è così frenetica che per non perdere il ritmo il lettore DEVE proseguire! Sparatorie,
inseguimenti, duelli di sguardi. Il tutto condito da autentico charme! Il macho
francese col volto di Belmondo fa strage di cuori fra le donne, ma rapisce anche
il lettore maschio, avvezzo alle peripezie western di Tex Willer e alle spericolate
spy stories di James Bond.
E poi c’è il suo stile. Dard non scrive, ma vi racconta. È Sanantonio stesso
a sostituirsi all’autore persino sulla copertina e parlando al tempo presente
in una vicenda dove chiama in causa i lettori. Chiede la loro opinione, come se
fosse seduto al bar a sorseggiare un Pernod con voi e a favoleggiare su come anche
questa volta sia riuscito a salvare la sua pellaccia! La chiacchierata sconfina
in avventure amorose e poi ritorna ai segreti di Stato, con un intercalare sempre
sopra le righe e un lessico agile, pronto ad adattarsi a qualsiasi situazione.
Fra una pupa con le labbra bollenti come ferri da stiro e gingilli sputafuoco,
nervosi come cavallette, la bottiglia di Borgogna che gusterete alla sera insieme
a lui finirà in un batter d’occhio!
Siamo in un sito di traduzione letteraria ed è giusto rendere merito a chi ha
dovuto cimentarsi
in espressioni dell’argot o neologismi inventati di sana pianta dall’autore. Per
non parlare delle già citate metafore, che in ogni lingua rappresentano la sfida
più ardua, perché passano attraverso la cultura di un popolo. L’ultimo è stato
Bruno Just Lazzari: un grande!
Giovanni Maria Pedrani
Direttore Editoriale Il Ciliegio
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